Tour de France 2020, anche il ciclismo dice #NoToRacism
I corirdori si presentano all’ultima tappa del Tour de France 2020 dicendo #NoToRacism. Per la prima volta il gruppo interviene nel movimento #BlackLivesMatters, facendolo nel giorno forse più importante, di massima visibilità. Dopo che nei giorni scorsi Kevin Reza aveva espresso le proprie perplessità riguardo il silenzio del gruppo, a forte maggioranza caucasica, sul tema, oggi tutti i corridori si sono presentati con una mascherina che porta la scritta No To Racism. Il gruppo ha dunque deciso di far fronte comune, come ha spiegato Matteo Trentin (sempre uno dei corridori più pronti ad esporsi in modo concreto e tangibile), per dimostrare il proprio impegno civile che ha visto coinvolti tutti gli atleti.
“I corridori sono moto sensibili, sono uomini e donne attivi nella società, che rifiutano qualunque discriminazione nel mondo. Sono contento che il gruppo telegram in cui li abbiamo riuniti alle corse serva per condividere opinioni e confrontarsi, non solo su temi strettamente legati al ciclismo”, commenta il presidente del CPA Gianni Bugno che applaude la maglia gialla Tadej Pogacar e tutti i corridori della Grande Boucle, che hanno indistintamente aderito all’iniziativa.
Con il sostegno di ASO, è stata inoltre organizzata una piccola passerella ad inizio tappa per Kevin Reza, unico corridore di origine africana che partecipa quest’anno alla Grande Boucle, che ha mosso i primi colpi di pedale della corsa assieme a coloro che indossano le maglie distintive, ovvero Tadej Pogacar, Sam Bennett, Richard Carapaz ed Enric Mas (gli ultimi due che le indossano in vece del giovane sloveno, reale leader delle relative classifiche).
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